Dejanice

ALFREDO CATALANI

Dejanice, dramma lirico in 4 atti su libretto di A. Zanardini

  • PERSONAGGI:

Dardano, vecchio triumviro di Siracusa (baritono)

Argelia, di lui nipote (soprano lirico)

Dejanice, patrizia, ora etèra (soprano drammatico)

Admèto, venturiero tosco proscritto (tenore)

Làbdaco, corsaro cartaginese, schiavo dei Greci (basso)

Coro di Patrizi e Popolo, Siracusani, Pirati d’Itaca, Vagabonde egizie, Etère, Citariste, Sacerdotesse

  • LUOGO: Siracusa
  • EPOCA: 400 anni prima dell’era volgare

Prima rappresentazione: 17 marzo 1883 al Teatro alla Scala di Milano. Gli interpreti furono: Direttore: Franco Faccio
Argelia; Lena Bordato
Dejanice: Emma Turolla
Admèto: Edmond Vergnet
Dàrdano: Giovanni Bianchi
Làbdaco: Francesco Vecchioni

  • TRAMA:

Atto primo. Siracusa, IV secolo a.C. Admeto, valoroso condottiero, torna a Siracusa dopo aver sconfitto i Cartaginesi in una battaglia navale: viene accolto con entusiasmo dalla folla e Argelia, giovane patrizia figlia del triumviro Dardano, gli porge il serto trionfale, riconoscendo in lui il giovane amato un tempo e mai più avvicinato. Admeto afferma di essere figlio di Usco, l’ispiratore di una precedente rivolta contro i Greci, e svela la propria origine di pirata proscritto; chiede tuttavia di essere accettato entro la comunità greca e di sposare Argelia, ma Dardano e il popolo, sdegnati, respingono le sue richieste. Labdaco, pirata cartaginese schiavo dei Greci, lo convince a prendere il comando di una banda di pirati; ai due si unisce Dejanice, una patrizia decaduta a livello di etera, che Dardano ha convinto a divenire l’amante del giovane avventuriero, allo scopo di rendersi delatrice di ogni sua azione contro i Greci.

Atto secondo. Itaca. Admeto ricorda nostalgia l’amore di Argelia, stanco di Dejanice e annoiato della vita di avventuriero. Frattanto gli altri pirati in una loro scorribanda hanno fatto prigioniera Argelia, che viene contesa dai marinai; ma Dejanice la salva e sfoga su di lei la sua gelosa ira, minacciando la più debole rivale. Interviene pertanto Admeto, che affida la giovane patrizia a Labdaco affinché la riconduca sana e salva in patria.

Atto terzo. Admeto è tornato a Siracusa per chiedere il perdono di Argelia: i due si giurano eterno amore, ma la loro unione è impossibile e sempre ostacolata dal padre di lei. Dejanice, travestita da egizia, viene smascherata durante una festa da Labdaco, al quale svela anche il suo compito di delatrice; Admeto allora ripudia definitivamente l’amante ostentando disprezzo e indifferenza.

Atto quarto . Dejanice si vendica: avvelena Dardano e impedisce il duplice suicidio dei due giovani amanti, che cercano nella morte la risoluzione del loro infelice amore. Trascina Admeto davanti alla porta di Dardano, mostra il suo delitto e si pugnala.

  • ASCOLTO: Vien, Argelia! Chi ti ruba al mio sospir? Vien! Mi chiudi gli occhi stanchi! Vien mi bacia, vien! Senza te morir?… morir!…
  • PARTITURA

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